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Santa Chiara

Il progetto di Chiara e di Francesco consiste nel seguire Gesù come fratelli e sorelle, attraverso stili differenti e complementari. Mentre Francesco recupera il modello apostolico (itineranza, predicazione e fraternità), Chiara si incentra nell’ascolto e nel servizio a Gesù, secondo lo stile di Marta e di Maria nella casa di Betania

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Le Clarisse Cappuccine presentano Chiara d'Assisi

La nostra identità carismatica si esprime nel modo di vivere le relazioni. La povertà ci fa porre al centro ciò che è fondamentale, evitando che le cose materiali si trasformino in ostacoli fra di noi. La fraternità garantisce la libertà e favorisce la gratuità delle relazioni interpersonali che richiedono, in modo incondizionato a tutti i frati, la rinuncia a qualsiasi genere di potere. Per Francesco, senza libertà, senza creatività e senza responsabilità non esistono autentiche relazioni fraterne. (RFCap.37).
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Il segreto per vivere all’altezza di queste esigenze è nella contemplazione, spazio irrinunciabile nel quale i nostri occhi si caricano di misericordia.(RFCap.38)

Alla scoperta di Chiara d'Assisi e delle Monache Cappuccini di Primiero (TN)

“… poni il tuo cuore nella figura della divina sostanza e trasformati tutta, attraverso la contemplazione, nell’immagine della Sua divinità” (3^ lett. 13).
“Se dunque il Signore volle apparire nel mondo come uomo spregevole, bisognoso e povero, affinchè gli uomini (…) divenissero in Lui ricchi, (…) esultate e godete molto, ripiena di enorme gaudio e spirituale letizia…” (1lett. 19-21).

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Chi è Chiara D'assisi?

Chiara nasce in Assisi nel 1194. Dicono che la sua famiglia fosse di quelle tra le più nobili e che sua madre Ortolana, prossima a partorire, pregasse intensamente il Signore perché la salvasse dai pericoli del parto. Una voce la rassicurò: non temere, darai al mondo una luce che aggiungerà chiarore alla luce stessa.
Illuminata da questa profezia volle che la bimba si chiamasse Chiara. Il padre, Favarone di Offreduccio, morì quando Chiara era ancora bambina. Aveva anche due sorelle: Beatrice e Caterina. La prematura morte del padre, la fuga a Perugia e alcune difficoltà economiche contribuirono a formare in Chiara un carattere deciso e temprato. Tutto le sarebbe stato necessario per la vita evangelica nella quale sarebbe entrata più tardi.
… poni il tuo cuore nella figura della divina sostanza e trasformati tutta, attraverso la contemplazione, nell’immagine della Sua divinità” (3^ lett. 13).
Ed il beatissimo padre nostro Francesco, seguendo le sue orme, scelse per sé e per i suoi frati questa santa povertà del Figlio di Dio, né mai, finché visse, se ne allontanò in nessuna maniera, né con la parola né con la vita. (Santa Chiara)
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Se la giovinezza di Francesco fu piuttosto movimentata, quella di Chiara invece fu condotta in modo lineare e trasparente. A soli 13 anni volle far pervenire degli aiuti a dei poveri che lavoravano per restaurare la chiesetta della Porziuncola, forse senza sapere che Francesco stava con loro. Quell’elemosina poté essere il primo anello dell’accostamento decisivo tra Francesco e Chiara. Nel 1211 i parenti stavano per programmare il suo matrimonio, ma la giovane non acconsentì: in questo suo gesto risoluto non possiamo escludere una ricerca attiva per situarsi nel mondo in una forma particolare.
Le cose cominciarono a prendere una direzione diversa quando Francesco irruppe nella vita di Chiara. O meglio fu Chiara ad essere attratta da Francesco e dal suo stile di vita, e desiderava stare con lui frequentemente. Secondo la sua amica Bona di Guelfuccio, che l’accompagnava spesso, il tema di quegli incontri era la maniera di vivere la sequela di Cristo.

Clarisse Cappuccine - Fiera di Primiero

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La notte della domenica della Palme, 18 marzo 1212, Chiara uscì di casa per andare alla Porziuncola dove, dopo una breve preghiera, si consacrò a Dio con il taglio dei capelli. Notte decisiva e che lasciò il segno nella vita di una donna che si orientava in maniera definitiva e irrevocabile all’avventura evangelica. La reazione dei parenti non si fece aspettare: irruppero nel monastero di San Paolo di Bastia, dove Francesco l’aveva condotta dopo quella notte. Non ottennero il loro scopo perché Chiara si era assoggettata al diritto ecclesiastico facendosi tonsurare. Poche settimane dopo anche la sorella Caterina la raggiunse, volendo porsi senza riserve al servizio di Dio. Il padre Francesco, di sua mano, le tagliò i capelli consacrandola al Signore con il nuovo nome di Agnese e preparò per loro una specie di alloggio annesso alla chiesetta di San Damiano. Dopo Agnese vennero Pacifica, Balvina, Filippa e Bonaventura. Francesco scrisse per Chiara e le sue sorelle una forma di vita indicando la povertà come scelta prioritaria. Nel 1216, volendo che la sua famiglia religiosa si nominasse con il nome della povertà, Chiara chiese a papa Innocenzo III il Privilegio della povertà, cioè il privilegio di non possedere nulla.

SANTA CHIARA ICONA DI VITA NUOVA Clarisse Cappuccine - Fiera di Primiero

" Guarda con attenzione – dico – il principio di questo specchio, la povertà di colui che è posto in una mangiatoia e avvolto in pannicelli. O mirabile umiltà, o povertà che dà stupore! Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra è reclinato in una mangiatoia".
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La lotta per la povertà è stata senza dubbio ciò che maggiormente ha caratterizzato la vita di Chiara e delle sue sorelle. Chiara per anni e anni fu un’ammalata cronica. Dal suo povero giaciglio fu l’anima di San Damiano e di centinaia di monasteri che Dio aveva fatto via via germogliare prodigiosamente da quel seme primitivo: più di sessanta in Italia e una quarantina nelle altre nazioni europee. Gli stessi frati più fedeli all’ideale puro di Francesco, orfani ormai del padre e sottoposti ad una fase di grande crisi istituzionale, andavano a visitarla per cercare in lei chiarezza e forza. Morì l’11 agosto 1253 lodando il Signore con le parole “Sii benedetto, Tu che mi hai creata”. Due anni dopo, 1255, papa Alessandro IV la proclamò Santa. Prima di essere collocata nell’attuale Basilica a lei dedicata, fu sepolta in Assisi nella chiesa di San Giorgio dove, per alcuni anni, era stato deposto il corpo di san Francesco.

(Tratto da http://www.sanfrancescoassisi.org)
Coro di Santa Chiara
L’amore di Lui rende felici” (4^ lettera 10). “Ama con tutta te stessa Colui che tutto si è donato per amore tuo” (3^ Lett. 15).
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Il refettorio di santa Chiara, presso il Santuario di S. Damiano
«Venite ed aiutatemi in quest’opera del monastero di San Damiano, perché tra poco verranno ad abitarlo delle donne, e per la fama e santità della loro vita si renderà gloria al Padre nostro celeste in tutta la sua santa Chiesa». (S. Chiara Parla di s. Francesco nel suo testameto)
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